Il successo professionale, il prestigio scientifico, la stima degli amici, l’amore di una bellissima moglie, la gratitudine dei pazienti, l’ammirazione dei suoi collaboratori. Non manca nulla a Michel Ortègue, neurochirurgo di punta nella Parigi di inzio Novecento. Ha tutto ciò che si possa desiderare per essere felici.
Eppure, il magnifico castello di cristallo crolla miseramente quando il cancro irrompe nella sua vita, proprio mentre la malattia collettiva della Prima Guerra Mondiale invade l’Europa. La sicurezza ed il sarcasmo lasciano il posto ad una disperazione cieca, che si aggrappa con folle determinazione ai resti della gloria che sfugge, fino al punto di arrivare a chiedere alla bella Cartherine di accompagnarlo nell’ultimo estremo passo verso il mistero del nulla.
Da qui probabilmente nasce la sua assoluta fiducia nelle certezze della scienza e nei lumi della ragione, che tutto spiegano e tutto comprendono. E da qui nasce la derisione per quanti si lasciano irretire dalle illusioni della fede e cercano risposte nelle seduzioni del trascendente.
Se la ragione, di fronte alle “mille cose che la superano” (Pascal), non ha il coraggio di arrendersi, l’unica via d’uscita diventa la follia, una follia senza limiti e senza confini, che nel caso di Ortègue prende la forma del desiderio perverso di portare con sè la giovane moglie, estremo pegno di amore e di bellezza. Una vita costruita sull’autocelebrazione, rimane prigioniera dell’egoismo, fino all’inevitabile epilogo.
Di fronte al dramma senza uscita del chirurgo, Bourget ci regala la testimonianza del giovane ufficiale Le Gallic, vissuto nella medicrità, fra poveri stimoli intellettuali e amare delusioni sentimentali, ma capace di morire a testa alta, nella certezza di un Amore che “è più forte della morte”.
Davanti alla cruda verità della morte, i bluff non reggono più. La profondità del mistero ci avvolge. Una profondità che diventa tenebra per chi vive alla luce della sua presunzione. Una profondità che riscalda il cuore di quanto hanno il coraggio per vivere sollevando lo sguardo verso Dio.
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